"Cercando Alaska" è una serie tv distribuita da Hulu (società di streaming americana) tratta dall'omonimo romanzo di John Green.
Se non sapete chi sia questo scrittore provo a citarvi una delle opere che lo ha reso popolare in tutto il mondo: Colpa delle stelle. Infatti è proprio dopo aver letto il suo bestseller che tanti anni fa decisi di recuperare alcuni dei suoi libri, tra cui Cercando Alaska, pubblicato nel 2005.
La miniserie di otto puntate dalla durata di circa un'ora ciascuna, è stata trasmessa anche su
Sky Atlantic dal
27 maggio al 17 giugno, ed è proprio qui che ho avuto la possibilità di seguirla.
TRAMAI protagonisti della storia sono gli studenti di una prestigiosa scuola chiamata Culver Creek.
Miles è un ragazzo timido, sensibile, il classico "cocco" dei professori, che nutre un curioso interesse per le ultime parole dei personaggi famosi. E' innamorato di Alaska.
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Interpretato da Charlie Plummer |
Alaska invece è un uragano, una ragazza dai mille colori, luminosi ma anche oscuri. E' colta, ama leggere e collezionare libri, e nasconde un passato difficile che spesso torna a tormentarla.
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Interpretata da Kristine Froseth |
Chip, soprannominato il Colonnello a causa della sua minuziosa abilità nel progettare scherzi, è un ragazzo afroamericano, intelligente, furbo, che cerca di costruirsi un futuro per aiutare sua madre che vive in condizioni di povertà.
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Interpretato da Denny Love
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Poi ci sono Takumi, Lara, il Signor Starnes detto "l'aquila", il dottor Hyde e tanti altri, a cui vi affezionerete guardando la serie.
I ragazzi vivranno momenti di allegria, progetteranno scherzi, scopriranno l'importanza dell'amicizia, dell'amore ma saranno costretti a vivere anche momenti dolorosi come la morte.
SPOILER ALERT! (Se non hai ancora visto la serie non leggere) Ho adorato questa serie.
E' stata devastante in realtà. Quando ho finito di vederla avevo le lacrime agli occhi (questo dopo aver consumato un intero pacchetto di fazzoletti).
Avevo amato il libro, le citazioni che racchiudeva, i temi che venivano trattati, per niente superficiali e che in qualche modo coinvolgono qualunque essere umano, e questo adattamento cinematografico per me è stato perfetto.
Oltre alle classiche tematiche come l'amore e l'amicizia, ciò che mi è piaciuto di più è stata la costante ricerca del significato della vita e della morte.
Un tema così delicato come quello della morte, viene raccontato attraverso gli occhi inesperti di giovani ragazzi, che sono gli esseri umani per eccellenza ancora così esaltati dalla bellezza della vita.
La perdita di una persona ci conduce sempre a farci delle domande, soprattutto se quella persona è una ragazza giovane che aveva ancora così tanto da vedere.
Ogni personaggio soffre per la perdita di Alaska e ognuno cerca con tutte le sue forze di trovare una ragione, di trovare un modo per placare quella quantità enorme di interrogativi che pesano come macigni sul cuore.
Questa storia vuole dirci, o per lo meno io l'ho interpretata così, che non è possibile trovare una risposta corretta al perchè della sofferenza dell'uomo. Al riguardo, un pensiero in particolare mi ha colpito, quello sviluppato dal Dottor Hyde e cioè che semplicemente dove c'è desiderio c'è sofferenza.
"La sofferenza è causata dal desiderio.
La fine del desiderio implica la fine della sofferenza.
Non desiderare che tutto duri in eterno e non soffrirai nel vederne la fine.
Fino ad allora soffrirai, ma sopravvivrai".
Purtroppo dobbiamo accettare che la sofferenza fa parte della vita, ma non per questo dobbiamo smettere di desiderare, altrimenti significherebbe smettere di provare emozioni... E così possiamo chiamarla vita?
Alaska era la prima a chiedersi come poter uscire da questo "labirinto di sofferenza", era la prima a porsi domande alle quali non sapeva dare una risposta, e a cui in realtà nessun uomo sa dare una risposta.
Ma come dice il Dottor Hyde, tutte le domande migliori non le hanno.
L'unica cosa che possiamo fare è cercare di superare il nostro dolore, la nostra perdita, essere consapevoli che in questa terra, tutto è di passaggio, tutto avrà una fine... Gli oggetti, gli esseri viventi che la abitano, prima o poi perfino la terra stessa. Noi dobbiamo solo riuscire a sopravvivere.
E' qui che però subentra un'altra paura. Quella di poter dimenticare la persona che abbiamo perso.
Perchè andare avanti significherebbe cancellare.
"Se le persone fossero pioggia, io sarei pioggerella e lei un uragano.
Non trascorrerò un giorno della mia vita in cui non penserò a lei.
Io non voglio che vada meglio perchè significherebbe che avrò smesso di ricordarla".
Ma non è così che secondo me dobbiamo vederla.
Si deve assorbire ogni singolo insegnamento che quella persona è stata in grado di trasmetterci e sentirci fortunati per il semplice fatto di averla conosciuta. (Su questo punto, vi consiglio di leggere il discorso finale di Miles, riportato alla fine della mia recensione).
In questa storia , così come nella via di tutti i giorni, c'è chi si avvicina alla religione e all'idea che possa esistere un Paradiso, chi invece crede che dopo la morte ci trasformeremo in energia, che cambierà solamente la nostra forma, ma continueremo a vivere nei ricordi, nei gesti, nelle memorie delle persone che hanno incrociato le nostre strade.
Ognuno è libero di trovare una risposta, di capire da solo a cosa credere e quale ruolo ricopre in questo mondo.
L'importante è non smettere mai di lottare.
DISCORSO CONCLUSIVO
Di seguito, ho riportato il discorso conclusivo di Miles, che a mio parere racchiude alla perfezione il messaggio che questa storia ha voluto trasmetterci.
"Sono venuto qui in cerca di un 'grande forse', di amici veri e di un'esistenza meno spicciola.
Prima di arrivare qui, i miei unici amici erano le ultime parole di persone già morte, come William McKinley, il terzo presidente americano che è stato assassinato.
Dopo essere stato colpito è sopravvissuto parecchio, ma verso la fine, sua moglie ha iniziato a piangere e ad urlare 'Anche io voglio andarmene', ma con le ultime forze che gli restavano lui si è voltato verso di lei, pronunciando le sue ultime parole: 'Ce ne andremo tutti quanti'.
E così Alaska se ne è andata.
Perchè io ho fatto una cazzata, così come il Colonnello. L'abbiamo lasciata andare e così ci è scivolata tra le dita. Vivremo con la consapevolezza di quello che abbiamo e che non abbiamo fatto quel giorno.
Se riuscissimo a vedere il filo infinito delle conseguenze determinate dalle nostre piccole azioni... non ci è dato sapere di più, fino a che sapere di più è inutile.
All'inizio pensavo soltanto che fosse morta, solo oscurità, solo un cadavere che viene divorato dai vermi. Penso ancora che la vita dopo la morte sia qualcosa che abbiamo inventato per lenire il dolore e la perdita, per rendere sopportabile il tempo nel labirinto. Ma ecco cosa mi da speranza.
Se prendiamo il codice genetico di Alaska e aggiungiamo le sue esperienze e le relazioni che ha intessuto con la gente, e poi prendiamo la taglia e la forma del suo corpo, non otteniamo lei.
C'è qualcosa di completamente diverso. C'è una parte di lei più grande della somma di tutte le sue componenti note e questa parte dovrà pur andare in qualche luogo.
Perchè l'energia una volta creata, non può essere distrutta.
E anche se Alaska si è tolta la vita, questa è la speranza che avrei voluto donarle. Capire che nella vita ogni cosa può sopravvivere, perchè noi siamo indistruttibili proprio come crediamo di essere.
Quindi lo so che mi perdona, come io la perdono.
Non possiamo nascere e non possiamo morire. Possiamo solo cambiare forma, dimensioni e manifestazione.
Conosco le ultime parole di molti, ma non conoscerò mai le sue. Non saprò mai cosa ha pensato in quegli ultimi istanti, non sapremo mai se ci ha lasciati di proposito... ma la mancanza di risposte non mi impedirà di interrogarmi.
Le ultime parole che Alaska mi ha detto sono state: 'Alla prossima, Pancio'.
E aveva ragione.
Devo andare avanti.
Scelgo il labirinto, anche se non c'è modo di uscirne, anche se ce ne andremo tutti, anche se ogni cosa svanisce col tempo.
Amerò per sempre Alaska Young.
'L'imperfetto mio prossimo, con tutto l'imperfetto mio cuore'.
Le ultime parole di Thomas Edison sono state: 'Come è bello laggiù'.
Non so dove sia questo 'laggiù', ma credo sia da qualche parte.
E spero che sia bello".