giovedì 4 luglio 2019

Toy Story 4 - la nostra recensione


E' già passata una settimana dall'uscita del quarto spettacolare film Pixar sul mondo dei giocattoli. 
"Toy Story 4", uscito nelle sale italiane il 26 giungo 2019, ha catturato il cuore di tutti coloro che sono andati a vederlo. 
Compreso il mio. 

Credevate che la scena finale del terzo film, che vedeva l'addio di Andy e Woody, fosse lo shock più grande da superare? 
La scena che mi ha procurato un anno di sedute dallo psicologo

           AHAHAHA... NON AVETE VISTO ANCORA NIENTE


Eviterò di aggiungere commenti o fare spoiler, e per rispetto di chi ancora non è andato al cinema, mi limiterò a qualche commento tecnico. 

Per quanto riguarda la grafica e il disegno, l'unica cosa che mi viene in mente è STREPITOSO (sembra di vedere un film basato su un videogioco della Play Station 4). 
La trama dal film è stata simpatica e coinvolgente nonostante la mia paura più grande fosse quella che si rivelasse troppo banale o poco brillante dopo il successo delle tre precedenti pellicole. 
Per fortuna hanno saputo mantenere brillantemente alto lo standard dei film Disney anche questa volta. 
La storia è infatti basata maggiormente sul mondo dei giocattoli e su ciò che desiderano davvero, mettendo così momentaneamente da parte il loro rapporto con il mondo dei piccoli umani. 
La trama è per questo incentrata in maniera particolare solo su alcuni dei personaggi, vecchi e nuovi. 
Ritroviamo lo sceriffo Woody, il grande Buzz Lightyear, Jessie , Slinky e torna a far parte del cast anche Bo Peep con le sue pecorelle. 
Tra i nuovi simpatici personaggi abbiamo Forky, doppiato da Luca Laurenti, Gabby Gabby una bambola dai capelli rossi alla ricerca di una bambina con cui stringere amicizia, Duke Caboom in sella alla sua moto (questo personaggio è esilarante).

Forky in una scena del film 
L'unica pecca, se così può definirsi, di questo piccolo capolavoro è una mancanza di cui tutti eravamo già a conoscenza: l'assenza di Fabrizio Frizzi come doppiatore dello sceriffo Woody.
Nonostante il doppiaggio sia stato comunque impeccabile sotto ogni punto di vista, si è sentita la mancanza della sua voce e del suo talento.

Detto questo, vi consiglio di andare a vederlo, un film adatto a tutte le età, divertente, spassoso, profondo...insomma da non perdere!

Nessun commento:

Posta un commento

Robin Williams non fu il primo ad essere scelto per interpretare il Professor Keating ne "L'attimo fuggente"

“L'Attimo fuggente” rientra a mani basse nella categoria dei film più amati del mondo del cinema. E' impossibile infatti non conos...